I cittadini turchi danno i "super-poteri" a Recep Tayyip Erdogan: il sì al referendum costituzionale vince di misura, con il 51% dei voti. I risultati delineano dunque un vero e proprio testa a testa, e consegnano a Erdogan un Paese profondamente diviso.

E mentre è atteso il discorso del presidente, le opposizioni si scatenano e parlano di voto "non regolare" e "brogli".

"Contesteremo i due terzi delle schede, i nostri dati indicano una manipolazione intorno al 3 o 4%: finché le nostre obiezioni non riceveranno piena risposta il risultato del referendum non è definitivo", afferma in un tweet l'account ufficiale del partito democratico di popoli, la formazione che unisce tutte le forze di sinistra e filo-curde.

Una consultazione molto delicata e contestata, quella tenutasi in data odierna, che ha diviso in questi mesi l'intera nazione. La vittoria del sì determina il cambiamento più radicale al sistema politico del Paese nella sua storia moderna. La Turchia è diventata una repubblica presidenziale, e ora Erdogan potrebbe restare in carica fino al 2029.

Il voto potrebbe anche influenzare i rapporti, già tesi, di Ankara con l'Unione Europea. La Turchia finora ha frenato i flussi migratori, in particolare quelli di profughi in fuga dalle guerre in Siria e in Iraq, diretti verso la Ue, ma Erdogan ha promesso in campagna elettorale che gli accordi sarebbero stati rivisti.

SPARI AL SEGGIO - Sono almeno tre le persone rimaste uccise questa mattina in una sparatoria avvenuta in una scuola adibita a seggio, in un villaggio del sud-est a maggioranza curda.
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