Eva Kaili, detenuta dal 9 dicembre scorso, dovrà restare ancora in carcere per almeno un mese. Lo si è appreso dalla procura federale. 

I suoi legali, Andrè Rizopoulos e Mihalis Dimitrakopoulos, nel corso dell'udienza alla camera di consiglio al tribunale di Bruxelles per decidere sulla permanenza in carcere della ex vice presidente del Parlamento europeo, agli arresti per l'inchiesta del Qatargate, avevano chiesto «il regime di sorveglianza elettronica».

Kaili «non è mai stata corrotta» e «spero che la liberino presto», ha detto Dimitrakopoulos, aggiungendo che sta «collaborando attivamente» con gli inquirenti e «contestando ogni accusa di corruzione».

«Non ho mai visto una fuga di notizie di questa portata - ha aggiunto André Rizopoulos – e una tale violazione frontale del segreto istruttorio, non sono l'unico a pensarlo, il procuratore federale ha avviato un'inchiesta a riguardo».

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo non ha fatto alcuna dichiarazione davanti ai giudici. 

Secondo quanto riferito in una nota diffusa dalla procura federale belga, può ora fare appello contro la decisione presa dai giudici della Camera di consiglio entro 24 ore. In tal caso, dovrà comparire davanti alla Camera d'accusa presso la Corte d'appello di Bruxelles entro 15 giorni. 

(Unioneonline/D)

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