Mentre Zelensky riceve i leader occidentali in Ucraina (ieri Joe Biden, oggi Giorgia Meloni), Vladimir Putin parla all’Assemblea Federale a Mosca e assicura che la Russia continuerà «sistematicamente» l'offensiva in Ucraina, che il Cremlino definisce «operazione speciale».

«Raggiungeremo il nostro obiettivo», garantisce il presidente russo, che chiama tutti a raccolta affinché sostengano l’operazione militare. «Parlo in un momento molto complesso e decisivo di cambiamenti radicali che definiranno il futuro del nostro Paese e popolo. Su ciascuno di noi c’è una grandissima responsabilità per difendere il nostro Paese e liquidare la minaccia del regime neo nazista».

«È impossibile sconfiggerci sul campo di battaglia», afferma perentorio, ricordando che Mosca «produce nuove tecnologie che migliorano la preparazione al combattimento dell'esercito e della Marina». Immancabile la minaccia atomica: «La forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90% di armi avanzate: un livello che dovrebbe essere esteso all'intero esercito. Non useremo mai per primi le armi nucleari, ma dobbiamo farci trovare pronti».

La Russia, annuncia lo “zar”, sospende l’applicazione dello Start, ultimo trattato sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore con gli Usa. E motiva così la decisione: «Non possiamo permettere agli ispettori nucleari americani di visitare i nostri siti nucleari mentre Washington è intenta ad infliggerci una sconfitta strategica. Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo».

Putin si sofferma quindi sulle ragioni dell’offensiva in Ucraina: «Noi – ha detto – volevamo una soluzione pacifica per evitare l’intervento militare, ma l’Occidente giocava con carte false per ingannarci. Kiev non solo voleva attaccare il Donbass, ma anche la Crimea. Non avevamo dubbi che a febbraio avevano pronte operazioni punitive nel Donbass, dove avevano già fatto bombardamenti in contraddizione con la risoluzione dell’Onu». Non solo, l’Ucraina «voleva anche dotarsi di armi nucleari. Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermarla».

Il popolo ucraino, ha sottolineato Putin, «è ostaggio del regime nazista di Kiev».

Quindi, come da copione, il duro attacco all’Occidente: «Ha preparato l’Ucraina a una grande guerra, ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari. Ma più useranno sistemi a lungo raggio, più dovremo tenere lontana la minaccia dai nostri confini, è chiaro e naturale. L’obiettivo dell’Occidente è portare la Russia ad una sconfitta strategica, vogliono eliminarci per sempre».

Ancora: «Negli anni ‘30 l’Occidente ha aperto la strada al nazismo in Germania e adesso fa lo stesso in Ucraina. Appoggiano anche le milizie naziste, a loro non interessa niente, sono pronti a usare chiunque contro di noi». Le sanzioni? «Nell’Occidente hanno provocato la crescita dei prezzi e la perdita dei posti di lavoro, sono vittime delle loro stesse decisioni ed i cittadini lo sanno».

Putin cita anche l’Italia nel suo discorso: «La Russia sa essere amica e mantenere la parola data, lo dimostra il nostro aiuto ai Paesi europei, come l'Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid, esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto».

Quindi un passaggio per ingraziarsi il patriarca ortodosso Kirill, in prima fila a sentire il suo discorso. Condanna le «devianze dell’Occidente» e la diffusione delle nuove teorie di genere: «Perdona loro Signore, perché non sanno quello che fanno. Ci sono persino i preti che approvano i matrimoni omosessuali».

«Siamo obbligati a proteggere i nostri bambini da degrado e degenerazione, dalla catastrofe spirituale dell’Occidente, dove la distruzione della famiglia, dell'identità culturale e nazionale, la perversione e l'abuso dei bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma della loro vita e i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso».

Il numero uno di Mosca sottolinea che «la maggioranza assoluta dei russi sostiene l’operazione militare speciale» e rivendica le conquiste ottenute: «Il mar d’Azov è tornato ad essere un mare interno della Russia. Nelle 4 regioni sotto il nostro controllo faremo di tutto perché torni la pace, la ripresa economica e sociale per far ripartire le imprese e il lavoro, costruiremo strade moderne come in Crimea».

Infine, l’annuncio: nel 2024 ci saranno regolarmente le elezioni presidenziali e si terranno «nel rispetto della legge».

Pronta la replica della Casa Bianca, con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan che definisce «assurdo» il discorso di Putin: «Nessuno sta attaccando la Russia. C’è una sorta di assurdità nell’idea che la Russia sia sottoposta a una qualche forma di minaccia militare da parte dell’Ucraina o di chiunque altro».

(Unioneonline/L)

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