All'indomani del trionfo dei secessionisti nelle elezioni catalane, Carles Puigdemont parla da Bruxelles.

Il destituito presidente della Generalitat catalana è disposto ad incontrare il premier spagnolo Mariano Rajoy: "Qui a Bruxelles o in qualsiasi altro posto, ma non in Spagna, per motivi evidenti (il mandato d'arresto spiccato nei suoi confronti, ndr)", ha detto, invitando il governo a iniziare questa nuova fase "con soluzioni politiche e non giudiziarie, senza oppressioni".

"La formula di Rajoy - ha rimarcato Puigdemont - è fallita, non ci siamo fatti intimorire. I catalani sono coesi e hanno votato per l'indipendenza, anche l'articolo 155 ha fallito: e ora bisogna correggere le ingiustizie, la Spagna deve smetterla di prendere decisioni al posto nostro".

Una proposta, ha continuato l'ex presidente, "sincera e in buona fede". "Ci siamo conquistati il diritto di essere ascoltati".

Un altro paletto a Rajoy: "L'incontro deve svolgersi senza alcuna condizione"

Poi un appello alla Commissione europea: "Non le chiedo di cambiare idea, le chiedo di ascoltare i cittadini che si sono espressi in massa. Anche noi abbiamo il diritto di essere ascoltati, non solo il governo spagnolo".

E a chi gli chiede se tornerà in Catalogna: "Lo farò solo senza precondizioni e se ci sono garanzie del rispetto della democrazia. Il governo spagnolo riconoscerà il risultato delle elezioni? Se c'è rispetto della democrazia torno domani stesso".

Gli indipendentisti sono pronti a formare il governo. Con Puigdemont in autoesilio e l'ex vicepresidente Junqueras in carcere, sono riusciti comunque ad ottenere la maggioranza, in elezioni che hanno fatto registrare un'affluenza record dell'82%. Altri leader secessionisti sono tuttora indagati, in carcere o in esilio.

Sono in totale otto gli eletti in prigione o in autoesilio: senza i loro voti gli indipendentisti non avrebbero la maggioranza.

RAJOY - Il premier spagnolo, dal canto suo, non ha raccolto la proposta di Puigdemont: "Non devo incontrare lui, dovrei incontrare Ines Arrimadas (leader di Ciudadanos, primo partito, ndr) che ha vinto le elezioni. "Sono pronto a discutere con il nuovo governo catalano, ma nel rispetto della legge". Col il voto, ha rimarcato Rajoy, "non cambia nulla". E continua intanto il lavoro del tribunale di Madrid, che proprio in mattinata ha incriminato altri dirigenti catalani.

(Unioneonline/L)

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