Un pedinamento serrato, con 12 agenti dei servizi segreti che hanno seguito Carles Puigdemont fino ad Helsinki. Poi sono stati sostituiti da altri agenti per il viaggio di ritorno.

E un dispositivo gps piazzato nell'auto usata dal leader catalano, decisivo per il suo arresto.

Sono state le autorità spagnole, grazie al gps, a indicare a quelle tedesche dove si trovasse Puigdemont, che è stato fermato dalla polizia subito dopo aver attraversato il confine tra Danimarca e Germania.

Oggi, dopo una notte trascorsa nel carcere di Neumuenster, l'ex presidente della Generalitat si presenta davanti al giudice che deve decidere sulla sua estradizione in Spagna.

Intanto in Catalogna la situazione si fa sempre più tesa: scontri e decine di feriti, quasi 100, ieri a Barcellona nel corso di una manifestazione di protesta contro l'arresto.

Per quanto riguarda il futuro dell'ex presidente catalano, tutto ora dipende dalla Germania. In caso di estradizione finirebbe in carcere in Spagna, dove è accusato di ribellione e sedizione. Per ora resta in una cella tedesca, come ha confermato anche oggi il giudice dopo averlo sentito.

Secondo la stampa locale Puigdemont chiederà asilo politico, richiesta che ha però scarse probabilità di successo, visto che il mandato d'arresto europeo ha priorità sulla richiesta d'asilo.

(Unioneonline/L)

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