Don Marco Francesco Mambretti, un prete italiano in Perù, è stato condannato in primo grado a 9 mesi di carcere per aver violentato un ragazzino di 13 anni.

Secondo il tribunale penale della regione amazzonica di Ucayali, il religioso, che al momento è sparito e risulta dunque latitante, è colpevole di aver stuprato il minorenne nella parrocchia di Santo Domingo Sabio a Pucallpa, una città centro-orientale del Perù.

La vittima, che soffrirebbe di un lieve ritardo mentale, ha raccontato di aver subito gli abusi nel corso di lezioni private che don Marco gli impartiva.

Ad accorgersi delle violenze la madre del ragazzino, che nell'agosto dello scorso anno ha sporto denuncia: "Era diventato ribelle – ha spiegato la donna - non ascoltava nessuno e a volte se ne stava seduto in un angolo senza dire una parola. Mi sono accorta inoltre che aveva lividi sulla schiena e sul collo. Due volte ho trovato la sua biancheria intima sporca di sangue. Tutto ciò mi ha fatto pensare al peggio e ho iniziato a fargli delle domande ma non mi ha voluto dire niente. Forse per paura o per la vergogna".

Poi un giorno, a causa di un ricovero in Pronto Soccorso per una malattia, la confessione del ragazzo al medico che l'ha preso in cura, che ha parlato di don Marco e di un altro minorenne responsabile di aver approfittato di lui.

Sette mesi dopo il via al processo, e l’1 maggio la condanna in primo grado di don Marco a 9 mesi di prigione. Il tribunale di Ucayali ha considerato che ci sono prove sufficienti, a cominciare dal certificato medico legale che dimostra gli abusi sessuali per finire con la perizia psicologica realizzata alla vittima. A pesare nel verdetto di condanna, inoltre, le dichiarazioni di altri adolescenti.

Alcuni giorni prima della sentenza, don Marco ha inviato ad America News un video in cui proclama la propria innocenza. "Non c’è alcuna prova – spiega Mambretti – e le loro dichiarazioni sono contraddittorie". Per Mambretti, la condanna sarebbe una "persecuzione contro la Chiesa cattolica".

(Unioneonline/v.l.)
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