Alta tensione in Polonia dopo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della controversa sentenza della Corte costituzionale che impone un divieto quasi totale dell'aborto.

L'interruzione della gravidanza, si legge nelle motivazioni della sentenza, non è conforme con la Costituzione in caso di malformazione del feto ma è ammissibile solo in caso di stupro o di pericolo per la vita della donna.

Si riaccendono così le polemiche, con manifestazioni di massa proprio davanti alla sede della Corte Costituzionale e in 20 città del Paese.

"Esprimete la vostra rabbia oggi come meglio ritenete", ha esortato poco dopo in conferenza stampa Marta Lempart, leader dello Sciopero delle donne, la piattaforma che unisce diversi movimenti di tutta la Polonia. "Si annuncia una notte difficile", ha detto Klementyna Suchanow, un'altra organizzatrice di Women's Strike, affermando che "tutta la Polonia si sta mobilitando, non solo a Varsavia. Siamo pronte!".

Le dimostrazioni si erano tenute già mesi fa, con la prima sentenza. Sul caso era intervenuto anche il Parlamento europeo affermando in una risoluzione che rendere illegale l'aborto nei casi di gravi e irreversibili malformazioni fetali "mette a rischio la salute e la vita delle donne", poiché la maggior parte degli aborti legali in Polonia, fino al 96 per cento, viene praticata per queste ragioni.

Julia Przylebska, presidente della Corte costituzionale polacca, aveva parlato di "un tentativo senza precedenti d'interferenza nelle questioni interne del sistema politico polacco, che non sono regolate nei trattati europei".

(Unioneonline/D)
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