Piazza San Pietro è blindata oggi per la messa di Pasqua celebrata da Papa Francesco, con la benedizione "Urbi et Orbi"; migliaia di fedeli hanno avuto accesso dopo aver oltrepassato i controlli attraverso sette varchi, con una sorveglianza rafforzata.

Mentre ieri il Pontefice, ripercorrendo le "ore difficili e dolorose" della Passione, ha sferzato i cattolici a non restare zitti davanti alle prevaricazioni, oggi ha passato in rassegna quelle "ingiustizie".

"Noi oggi domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall'amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine. In questa Pasqua, la luce di Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l'accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati".

"Frutti di vita nuova Cristo Risorto porti per i bambini che, a causa delle guerre e della fame, crescono senza speranza, privi di educazione e di assistenza sanitaria; e anche per gli anziani scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi non è 'produttivo'".

"Frutti di dialogo - ha poi proseguito - imploriamo per la penisola coreana, perché i colloqui in corso promuovano l'armonia e la pacificazione della regione".

Al termine del rito religioso il Santo Padre è salito sulla Papa-mobile per salutare e dare la benedizione.

LA VEGLIA - Durante la Veglia di ieri nella basilica vaticana, il pontefice ha ribadito il no agli "atteggiamenti pusillanimi che seppelliscono ogni speranza".

"Durante le ore difficili e dolorose della Passione, i discepoli hanno sperimentato in modo drammatico la loro incapacità di rischiare e di parlare in favore del Maestro; di più, lo hanno rinnegato, si sono nascosti, sono fuggiti, sono stati zitti. È la notte del silenzio del discepolo che si trova intirizzito e paralizzato, senza sapere dove andare di fronte a tante situazioni dolorose che lo opprimono e lo circondano".

"È il discepolo di oggi, ammutolito davanti a una realtà che gli si impone facendogli sentire e, ciò che è peggio, credere che non si può fare nulla per vincere tante ingiustizie che vivono nella loro carne tanti nostri fratelli. È il discepolo frastornato perché immerso in una routine schiacciante che lo priva della memoria, fa tacere la speranza e lo abitua al 'si è fatto sempre così'".

"Celebrare la Pasqua - ha ricordato ancora Francesco - significa lasciare che Gesù vinca quell'atteggiamento pusillanime che tante volte ci assedia e cerca di seppellire ogni tipo di speranza. Adesso l'invito viene rivolto ancora una volta a voi e a me: invito a rompere le abitudini ripetitive, a rinnovare la nostra vita, le nostre scelte e la nostra esistenza. Vogliamo partecipare a questo annuncio di vita o resteremo muti davanti agli avvenimenti?".

(Unioneonline/D)

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