Ha tenuto nascosto di essere incinta e quando ha partorito il bimbo, morto venendo alla luce, ne ha nascosto il corpicino, facendo finta di nulla.

Dopo tre anni, però, la verità è venuta a galla e lei, Sinead Connett, 28 anni, è finita sotto processo.

E ora è arrivata la condanna: un anno di carcere.

Ha molti aspetti scabrosi la vicenda che tiene banco in questi giorni in Gran Bretagna e che ha avuto come teatro le cittadine di Hertford, dove viveva la giovane, e di Grimsby, dove è avvenuta la macabra scoperta.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti la 28enne, dirigente della Tesco, una volta appreso di essere incinta è entrata in crisi: temeva che la gravidanza - indesiderata - potesse rovinarle la carriera e il rapporto con il fidanzato e futuro marito, Jonathan Layfiled.

Quest'ultimo, tra l'altro, nel 2013, epoca dei fatti, era appena stato licenziato per aver inviato alcune mail hot a una studentessa sedicenne.

In questa situazione, Sinead ha preferito tacere. Un segreto mantenuto per mesi.

Quando infine si è decisa ad abortire, ha scoperto di essere oltre il termine consentito dalla legge.

Dunque ha fatto nascere il bebè in gran segreto, nella toilette di casa.

Il piccolo non è sopravvissuto e lei lo ha infilato in un sacchetto di plastica.

Quindi si è messa in auto e ha guidato per tre giorni, fino ad arrivare a casa dei suoi genitori.

Qui ha nascosto il macabro fagotto all'interno di un tubo di scarico nel giardino, dove è rimasto per tre anni.

Poi la scoperta e l'arresto.

Di fronte alle autorità la donna si è inizialmente detta estranea ai fatti. Quindi, messa alle strette, ha sostenuto che il bimbo era nato in seguito allo stupro subito da un tassista.

Ma l'esame del Dna l'ha sbugiardata, facendola finire dietro le sbarre.

(Redazione Online/l.f.)
© Riproduzione riservata