Niente più incontri con i ministri né con gli ambasciatori dei 12 Paesi membri del Consiglio di Sicurezza Onu che hanno votato a favore della risoluzione contro gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi.

È l'ordine del premier israeliano Benjamin Netanyahu al proprio ministro degli Esteri.

Gerusalemme dunque, fino a nuovo ordine, limiterà i contatti con le seguenti nazioni: Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, Giappone, Ucraina, Angola, Egitto, Uruguay, Spagna, Senegal e Nuova Zelanda.

Da Senegal e Nuova Zelanda, che hanno presentato la risoluzione, sono stati ritirati anche gli ambasciatori.

Per l'Angola, invece, è scattata anche la sospensione degli aiuti allo sviluppo.

Gli altri due Paesi che hanno votato a favore della risoluzione, Venezuela e Malaysia, già non avevano rapporti con Israele.

Nel frattempo vanno avanti i nuovi insediamenti, nonostante la risoluzione Onu: proprio oggi dovrebbe essere approvato un piano che prevede la costruzione di 618 nuove colonie a Gerusalemme est, ha fatto sapere un responsabile del governo israeliano.

Il tutto mentre Donald Trump continua a spalleggiare Bibi (questo il soprannome del leader israeliano) come già fatto nei giorni scorsi dopo l'ok alla risoluzione.

"Le Nazioni Unite - ha twittato il presidente eletto - non devono essere un luogo dove si chiacchiera e ci si diverte".

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