Derek Chauvin, l’ex agente che ha ucciso George Floyd, è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere, 270 mesi.

A leggere la sentenza il giudice Peter Cahill, spiegando alla sua decisione è allegato un memorandum di 22 pagine che ne spiega le motivazioni.

"La mia decisione non è basata sulle emozioni e non vuole inviare alcun messaggio”, ha aggiunto Cahill.

E’ arrivata dunque l’attesa decisione sull’evento che ha dato vite alle proteste, in alcuni casi anche violente, del movimento Black Lives Matter. L’omicidio del 46enne afroamericano a Minneapolis, ucciso durante un fermo di Polizia da un agente che gli ha tenuto il ginocchio premuto sul collo per diversi minuti, anche dopo che Floyd aveva perso conoscenza.

Decine di persone attendevano la sentenza all’esterno del Tribunale.

La Procura di Minnesota aveva chiesto trent’anni. In aula i familiari di Floyd, che hanno chiesto la “massima pena”, anche la figlia si è collegata in videoconferenza: “Gli direi che mi manca e gli voglio bene. Voglio giocare con lui”, ha detto la bambina di sette anni. 

E’ intervenuta la mamma dell’ex agente: “Ho sempre creduto in lui, è una brava persona. Credo nella sua innocenza, ha sempre dedicato la sua vita al Dipartimento di Polizia”. Il legale di Chauvin ha detto che il suo assistito quel 25 maggio non doveva neanche lavorare, “si era offerto volontariamente per mancanza di personale, perché amava essere un agente e aiutare le persone”.

Infine, prima della sentenza, era intervenuto lo stesso imputato. Derek Chauvin, che mai aveva parlato nelle sei settimane di processo, ha preso la parola per pochi secondi: “Voglio fare le mie condoglianze alla famiglia Floyd”, ha detto, poco prima della sentenza che lo ha condannato a 22 anni e mezzo di carcere.

(Unioneonline/L)

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