"Ogni anno alla vigilia di Natale i miei compagni di scuola del villaggio in cui sono cresciuta si riuniscono in un pub. È la mia tradizione preferita, ma è rovinata ogni volta da una persona che speravo di non rivedere più e che invece è sempre lì. Il mio stupratore".

Inizia così la confessione choc di una ragazza scozzese, che ha deciso di raccontare la sua storia su Metro.Uk.

"È successo a casa mia, poco più di tre anni fa. Quest'uomo, che conoscevo da quando avevamo otto anni, mi ha mandato un messaggio per dirmi che sarebbe venuto a trovare la famiglia e mi ha chiesto se potevamo incontrarci. Abbiamo bevuto qualcosa insieme, c'erano anche i miei amici, e ha perso il treno, così ha dormito da me".

In taxi le prime avances: "Ha cercato di baciarmi, ma abbiamo riso, perché un bacio sarebbe stato davvero strano dopo anni di amicizia platonica. E io comunque mi sentivo tranquilla a farlo dormire con me: mi sono messa il pigiama e ho provato ad addormentarmi. Ma lo sentivo alle mie spalle, molto, troppo vicino".

Poi quello che la ragazza ha definito "il dramma". "Polsi appuntati al letto. Pianto. Urla. Non lo dimenticherò mai, per me è una delle cose più dolorose che mi siano successe. Invece lui dice che non ricorda nulla".

Lei, invece, non riesce a dimenticare. Anche perché ogni Natale si ritrova faccia a faccia con il suo stupratore al pub. Anticipa le domande, la giovane scozzese: "Purtroppo già so i commenti. 'Perché non sei andata alla polizia? Perché non hai denunciato? Perché non lo hai detto agli amici e alla sua famiglia?'. Solo il 3% degli stupri denunciati alla polizia danno luogo a una condanna. Io quella notte ero ubriaca e avevo detto al mio ex amico che poteva dormire nel mio letto. Per questo non avrei mai potuto essere una di quel tre per cento. Poi c'è l'elemento personale: le nostre vite sono intrecciate, avevo paura di parlare, di perdere amici o di essere conosciuta nella nostra piccola comunità per quell'episodio".

(Unioneonline/L)
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