Una nuova variante del virus SarsCov2 è stata segnalata in Giappone.

Denominata E484K, la mutazione allarma le autorità nipponiche poichè, come anticipato dall'emittente pubblica Nkh, risulterebbe capace di ridurre l'efficacia dei vaccini anti-Covid attualmente disponibili.

Per circa due mesi e fino a marzo, riferiscono le fonti nipponiche, 12 pazienti Covid su 36 sarebbero stati infettati dalla mutazione pur non avendo mai viaggiato e frequentato altre persone poi risultate positive. La notizia arriva nel corso di una seconda impennata di infezioni che ha investito in particolar modo la città di Osaka e altre due prefetture dell'arcipelago, Hyogo e Miyagi.

La variante, che presenterebbe caratteristiche assimilabili sia alla variante inglese sia a quella sudafricana, è stata segnalata anche in Tirolo, in Austria e si starebbe diffondendo pure negli Stati Uniti. Al momento tuttavia, sottolineano gli esperti, mancano studi specifici rispetto a questa mutazione e dunque la cautela è d'obbligo.

"In attesa di dati scientifici certi sulla variante E484K e sulla sua eventuale resistenza ai vaccini - afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore associato di Malattie Infettive all'Università di Roma Tor Vergata - c'è in generale grande preoccupazione rispetto alle mutazioni del virus SarsCov2 e la necessità di attuare un forte monitoraggio".

Quella contro le varianti ad ogni modo, spiega Andreoni, "è ormai una corsa contro il tempo: più il virus circola più tende a mutare e dare luogo a nuove varianti. L'unica strategia è dunque quella di bloccare il prima possibile la circolazione del virus e per far questo la vera arma di cui disponiamo è la vaccinazione. Dunque, è fondamentale in questo momento velocizzare il più possibile la campagna di vaccinazione, per immunizzare il maggior numero di persone in tempi rapidi, bloccare il virus e impedire così che origini altre mutazioni".

Allo stesso tempo, sottolinea, "cruciale diventa aumentare la capacità di tracciamento delle varianti potenziando le attività di sequenziamento del virus, ciò al fine di capire cosa sta accadendo effettivamente in Italia e quali sono i ceppi che stanno circolando". Un'attività, che "stiamo portando avanti all'Università di Tor Vergata, così come si sta facendo in altri centri, ma che va ulteriormente rafforzata". Se fosse comunque confermata la resistenza di E484K ai vaccini, conclude Andreoni, "credo sarebbe da valutare l'opportunità di un blocco dei voli aerei per impedire l'ulteriore diffusione di questa e altre varianti, e andrebbero adottati protocolli stringenti se E484K è già arrivata in Europa".

(Unioneonline/D)
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