Caos in Grecia per l'accordo raggiunto sul nome della Macedonia, conteso per 27 anni tra l'omonimo Stato e la regione greca.

Il nome scelto, la "Repubblica della Macedonia del Nord", fa paura a molti deputati del Parlamento ateniese, timorosi di rivendicazioni territoriali latenti e corsi e ricorsi storici.

Decisivo l'addio di un pezzo grosso del governo di Tsipras, il ministro greco della Difesa, Panos Kammenos, capo del principale partito alleato nella coalizione di governo: "La questione macedone mi costringe a sacrificare la mia posizione di ministro", ha detto andandosene, portando con sé membri del suo partito nazionalista, i Greci indipendenti.

Oggi in Grecia si vota la fiducia sulla ratifica dell'accordo, decisivo anche per la fine del veto greco all'adesione di Skopje alla Nato e alla sua richiesta di entrare nell'Ue.

Il partito Syriza di Tsipras conta 145 deputati sui 300 del parlamento di Atene, ma gli occorrono 151 voti. Non è impossibile: potrebbe ottenere l'appoggio di qualcuno dei sette deputati di Anel, divisi fra loro sulla questione della Macedonia.

Intanto il primo ministro greco ha spiegato ai giornalisti che intende rimanere al governo fino alle elezioni di ottobre, grazie al sostegno di deputati indipendenti e di piccoli partiti.

(Unioneonline/D)
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