I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l'impatto della guerra sui prezzi dell'energia. E mentre Von der Leyen ieri diceva che è tempo di mettere un tetto anche al prezzo del gas russo, Mosca reagiva dicendo che non venderà petrolio ai Paesi che applicano il “price cap”.

In serata, l’ulteriore mossa dei russi. Nord Stream, il gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale oggi non riparte, come invece era previsto dopo i tre giorni di manutenzione annunciati: dopo “i guasti e i danni” individuati, fa sapere Gazprom, “il trasporto di gas è stato completamente fermato”.

“Un pretesto fallace, Gazprom inaffidabile e Russia cinica”, tuona il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer. “Non è una sorpresa, ma l'uso del gas come arma non cambierà la nostra determinazione, accelereremo il nostro percorso verso l’indipendenza energetica”, afferma il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.

La stessa Siemens, il colosso tedesco che costruisce le turbine che permettono al gasdotto di funzionare, smentisce Gazprom: “Una perdita di olio non è una ragione tecnica sufficiente a giustificare la chiusura del gasdotto. Perdite di questo tipo normalmente non hanno effetto sull'operatività di una turbina e possono essere sigillate sul posto”.

La guerra energetica è ufficialmente scoppiata dunque, e torna lo spettro di uno stop totale del gas russo. D'altronde il falco Medvedev aveva subito risposto a modo suo a Von der Leyen: “Se la Ue imporrà un price cap al gas russo, il gas russo non ci sarà più in Europa”.

La riunione dei ministri Ue per prendere misure contro il caro bollette è in programma per il 9 settembre, ed è lo stesso presidente Sergio Mattarella a sollecitare risposte immediate in un messaggio mandato al Forum Ambrosetti: “L'Unione europea è il solo attore continentale che possa agire per calmierare i prezzi dell'energia, sostenendo le attività produttive, assicurando i servizi ai cittadini e, al tempo stesso, agendo sul terreno delle energie rinnovabili, confermando concreta solidarietà all'Ucraina. Una risposta europea al vertiginoso aumento dei prezzi è necessaria e urgente, e deve essere all’altezza dei problemi”.

(Unioneonline/L)

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