Andrei Krukowski, direttore 37enne del resort sciistico del gigante russo Gazprom, è morto “cadendo da una scogliera” a Sochi. Lo rendono noto i media internazionali sottolineando che l'episodio è stato considerato un incidente ma ricordando che - come scrive il sito polacco Onet - diversi manager legati a Gazprom sono tragicamente morti negli ultimi tempi, cinque per la precisione da gennaio.

“Il direttore generale del resort di Krasnaya Polyana, Andrei Alekseevich Krukovski, è tragicamente scomparso. Amava le montagne e vi trovava la pace. La tragedia è avvenuta sulla strada per la fortezza di Akzepsinskaya”, ha scritto l'agenzia di stampa Tass.

Secondo quanto ricostruito Andrei Krukowski è stato portato in ospedale subito dopo l’incidente, ma è morto per le ferite riportate.

Il resort che dirigeva, Krasnaya Polyana, è una delle località sciistiche più famose della Russia: nel 2014 faceva parte del complesso olimpico dei Giochi Invernali di Sochi.

Sul caso della morte è già stata aperta un’indagine, e la Tass ha riferito che sulla base dei rapporti del Comitato investigativo del Krasnodar Krai è già stata disposta un’autopsia.

I PRECEDENTI – Come ricostruito dalla Cnn, la scia di decessi inizia il 30 gennaio del 2022, nel villaggio di Leninsky: un dirigente di Gazprom viene trovato morto nel suo cottage, con accanto un biglietto in cui spiega le ragioni del suicidio. Si tratta di Leonid Shulman, responsabile dei trasporti di Gazprom Invest. Circa un mese dopo, viene trovato il corpo di un altro dirigente di Gazprom, sempre nella stessa cittadina: il 25 febbraio Alexander Tyulakov è rinvenuto privo di vita nel garage della sua abitazione. Secondo il quotidiano indipendente Novaya Gazeta Tyulakov si sarebbe tolto la vita. C’è poi il caso di Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprom, trovato senza vita insieme alla moglie e alla figlia in un appartamento a Mosca il 18 aprile. E poi il caso di Sergey Protosenya, dirigente della Novatek, società parzialmente controllata da Gazprom. Il suo corpo è stato trovato insieme a quello della moglie e della figlia a Lloret de Mar, vicino a Barcellona. Anche in questo caso la teoria dell’omicidio-suicidio viene però messa in discussione dal figlio di Protosenya: “Mio padre non l’avrebbe mai fatto”, ha dichiarato.

(Unioneonline/v.l.)

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