È morto Alexei Navalny, dissidente russo e acerrimo rivale politico di Vladimir Putin. A dare la notizia sono state le autorità carcerarie russe.

Stando agli ultimi aggiornamenti arrivati nei giorni scorsi dalla sua portavoce, Navalny era stato rinchiuso ancora una volta in cella di punizione, per la 27esima volta dall’agosto del 2022. E, sempre secondo quanto denunciato del suo entourage, nell’ultimo anno e mezzo il dissidente ha trascorso in cella di rigore oltre 300 giorni.

Navalny aveva 47 anni. Avvocato e attivista, negli anni scorsi aveva fondato il partito Russia nel futuro, candidandosi alle elezioni in opposizione Vladimir Putin e denunciando più volte la corruzione nel governo di Mosca e la negazione dei diritti, organizzando manifestazioni di protesta e dando vita a una rete di opposizione molto attiva sul web e sui social media.

Più volte finito nel mirino delle autorità, è stato accusato e arrestato per appropriazione indebita e nell’agosto 2023 è stato condannato a 19 anni di prigione con l’accusa di estremismo.

Nell'agosto 2020, Navalny era stato ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato avvelenato. 

Da quanto si apprende, Navalny si è sentito male improvvisamente nella remota colonia penale Numero 3, vicino all’Artico, a quasi 300 km da Mosca, dove era detenuto, morendo poco dopo. Secondo fonti citate da Russia Today, Navalny sarebbe decedeuto per una «trombosi».

Solo tre giorni fa, parlando in videoconferenza dall'estero con un gruppo di diplomatici europei a Mosca, il braccio destro di Alexei Navalny, Leonid Volkov, aveva detto che l'oppositore era «in condizioni psicofisiche sorprendentemente buone» e che non temeva per la sua vita, assicurando di «sentirsi al sicuro».

La notizia ha destato immediate reazioni.

La moglie di Navalny, Julija Borisovna, ha parlato dal podio della Conferenza della sicurezza di Monaco, affermando che il presidente russo Vladimir Putin e gli altri responsabili della morte del mariti «saranno puniti per quello che hanno fatto».

«La Ue ritiene il regime russo sia l’unico responsabile della tragica morte di Alexei Navalny», ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, mentre la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha affernato che «la lotta di Navalny per la democrazia continuerà» anche senza di lui.

Punta il dito contro il presidente russo anche il presidente Usa Joe Biden, così come il suo segretario di Stato, Antony Blinken.

«Navalny è stato ucciso e Putin dovrà rendere conto dei suoi crimini», ha tuonato invece il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

«La morte di Alexei Navalny, durante la sua detenzione, è un’altra triste pagina che ammonisce la comunità internazionale. Esprimiamo il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questo inquietante evento venga fatta piena chiarezza», ha affermato, invece, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Immediata la risposta di Mosca. «La reazione immediata dei leader della Nato alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia, mostra la natura di questi Paesi», ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Aggiungendo: «Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell'Occidente sono già pronte».

(Unioneonline/l.f.)

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