Nella notte più lunga e pericolosa dall'inizio della guerra, il presidente americano Joe Biden è stato svegliato dai suoi consiglieri attorno alle 4.30 con l'aggiornamento peggiore che potesse ricevere: le forze di Vladimir Putin potrebbero aver attaccato un Paese della Nato.

Dopo la notizia della caduta di due missili di fabbricazione russa in territorio polacco, per il leader del mondo occidentale sono scattate ore frenetiche, tra telefonate e meeting virtuali condotti nella sala da ballo dell'hotel in cui alloggia in Indonesia per il G20 di Bali.

Per primo chiama il suo omologo polacco Andrzej Duda, al quale sin dall'inizio dell'invasione russa ha assicurato la protezione degli Stati Uniti. Quindi la consultazione con i partner del G7, della Nato e del G20, mentre a Washington il Pentagono e il Dipartimento di Stato cominciano a diffondere la linea dell'amministrazione sull'incidente: massima collaborazione a Varsavia per le indagini per stabilire la provenienza del missile ma è ancora troppo presto per decidere i prossimi passi.

Poi la conferenza stampa, non appena la situazione si fa più chiara: che il razzo sia partito dalla Russia è «improbabile», garantisce Biden.

Una risposta misurata che incassa l'apprezzamento del portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che la definisce «professionale». Il presidente americano ribadisce però che l'intensificarsi degli attacchi di Mosca sull'Ucraina, proprio nelle ore in cui si riuniva il G20, è una provocazione brutale e disumana, sottolinea che l'impegno verso i partner dell'Alleanza Atlantica è «di ferro» e che gli Stati Uniti non esiteranno a difendere ogni centimetro dei territori della Nato. 

«Al momento gli Stati Uniti non hanno raccolto nessuna prova che contraddica la valutazione preliminare del presidente Duda secondo cui il missile esploso in Polonia era ucraino», gli fa eco la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Adrienne Watson, sottolineando tuttavia che al di là delle conclusioni dell'indagine, «è chiaro che la responsabile ultima di questo tragico incidente è la Russia e che l'Ucraina aveva e ha tutto il diritto di difendersi».

Detto questo, il governo Usa continua a premere per una svolta negoziale. Negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti dell'amministrazione Biden con funzionari del Cremlino e di Kiev, con William Burns a fare la spola come mediatore speciale. Subito dopo aver incontrato ad Ankara il suo omologo russo, Sergei Naryshkin, il direttore della Cia è volato a Kiev per rassicurare Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti non intendono negoziare la pace con Mosca a prescindere dall'Ucraina. Ma con l'arrivo dell'inverno, è la linea dell'amministrazione Biden, i combattimenti tenderanno a diminuire e potrebbe essere il momento giusto per trovare una soluzione politica.

(Unioneonline/D)

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