Un “autentico dramma naturale”. Sono le parole utilizzate da Isabel Rodríguez, portavoce del governo di Madrid, per definire la moria di migliaia di pesci e crostacei che si sta registrando da diversi giorni nella laguna salata del Mar Menor, nel sud-est della Spagna.

Un’ecatombe che secondo la stessa portavoce del governo iberico è "conseguenza" di "molti anni di mancanza di interventi e permissività di azioni lesive dell'ambiente".

Le cause di quanto sta avvenendo non sono ancora chiare del tutto e ci sono studi e test in fase di ultimazione.

Si teme però che la morìa sia imputabile a un fenomeno di anossia (ovvero mancanza d'ossigeno) provocata dagli scarichi nocivi dell'agricoltura intensiva della zona, causa di “eutrofizzazione”, cioè di un eccesso di sostanze nutritive dannoso per la fauna di un determinato ecosistema.  

Da quando è iniziata la moria di pesci sono già state raccolte circa 5 tonnellate di organismi morti.

Quanto sta accadendo è anche fonte di polemica politica: il governo centrale, in mano alla coalizione Partito Socialista-Unidas Podemos punta infatti il dito contro l’amministrazione locale della regione della Murcia, dove governa da 25 anni il Partito Popolare, prima forza dell'opposizione. Quest'ultima sostiene che gli scarichi nocivi provengono da attività sulle quali è competente il governo centrale, mentre Madrid sostiene il contrario, cioè che la situazione attuale del Mar Menor sia frutto di una gestione politica regionale permissiva rispetto ad attività irregolari. 

(Unioneonline/l.f.)

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