In Italia, così come anche in Bulgaria, Grecia e Romania, i Rom vengono considerati secondo «stereotipi» e i media continuano a rafforzare «atteggiamenti dannosi e pregiudizi», nonostante l'esistenza di leggi e codici etici che vietano i discorsi di odio e discriminazione.

È il j’accuse contenuto in uno studio finanziato dal Consiglio d'Europa e dall'Unione europea in cui sono stati analizzati alcuni prodotti televisivi, tra cui telegiornali, talk show e reportage andati in onda nel nostro Paese da gennaio 2022 ad aprile 2023.

«In Italia i media spesso rappresentano selettivamente i Rom come soggetto o oggetto di notizie su crimini minori, violenza domestica e controversie sociali che coinvolgono membri di questo gruppo che vivono per esempio nei quartieri di alcune città», evidenzia lo studio.

«Questa rappresentazione - si legge ancora nel documento - rafforza gli stereotipi negativi sui Rom, dipingendoli come persone che vivono solo in clan, irresponsabili e che non si prendono cura dei figli e trattano le donne in modo ingiusto».

Inoltre, secondo i ricercatori, i media italiani spesso ritraggono i Rom concentrandosi sul loro status sociale ed economico, se sono ricchi o poveri, e mettono in evidenza gli aspetti negativi della loro cultura.

Altra annotazione è che la narrazione in Italia si concentra spesso sulle difficoltà d'integrazione e d'inclusione dei Rom, soprattutto sulla situazione abitativa, una questione molto sentita a causa della carenza di alloggi sociali disponibili per le persone vulnerabili.

(Unioneonline)

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