L'Isis esulta per l'omicidio del generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso da un drone su ordine di Trump lo scorso 3 gennaio.

È una vera e propria benedizione quella di Daesh, che tuttavia non fa alcun riferimento agli odiati Stati Uniti: "Un atto di intervento divino", si legge in un editoriale pubblicato dalla rivista "Al Naba".

"Soleimani è morto per mano dei suoi alleati", scrivono ancora gli jihadisti, e il fatto che "si uccidano tra di loro" permetterà allo Stato islamico, contro cui Soleimani "ha guidato campagne di distruzione", di "riorganizzarsi in Iraq".

Il generale iraniano è stato uno dei principali protagonisti della lotta anti Isis in Medio Oriente, sia in Iraq che in Siria. La conseguenza immediata della sua morte, dopo le proteste del governo iracheno, è stata infatti la sospensione delle operazioni anti Isis in Iraq da parte della coalizione internazionale a guida Usa. È stato anche sospeso per ragioni di sicurezza l'addestramento dei militari iracheni.

(Unioneonline/L)
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