Alta tensione nella comunità internazionale dopo che i pasdaran, ovvero il corpo delle guardie della rivoluzione islamica in Iran, hanno fermato e sequestrato una petroliera britannica, nello Stretto di Hormuz.

Si tratta della "Stena impero", della società armatrice Stena Bulk. Quest'ultima ha precisato che la nave è stata bloccata oggi da alcune "piccole imbarcazioni e da un elicottero non identificati" e che da quel momento ogni contatto con l'equipaggio (composto da 23 persone) si è interrotto.

"Non abbiamo notizie di feriti", si legge in una nota dell'azienda, ma "la nostra priorità è al momento la sicurezza dell'equipaggio".

In base a quanto si legge sul sito ufficiale dei pasdaran, Sepahnews, la Stena Impero "è stata confiscata dalle Guardie rivoluzionarie su richiesta dei porti di Hormozgan e dell'Organizzazione marittima iraniana durante l'attraversamento dello stretto di Hormuz, per non aver rispettato le leggi internazionali sulla navigazione". La petroliera "è stata dunque condotta a riva per procedere alle indagini del caso".

Ma secondo la Cnn l'Iran avrebbe sequestrato anche un'altra petroliera, la My Mesdar, battente bandiera liberiana.

Dal canto proprio, il governo di Londra sta seguendo la vicenda e ha convocato immediatamente il gabinetto di crisi, ricevendo da subito appoggio dagli Stati Uniti.

Per il ministro degli Esteri inglese Jeremy Hunt quanto accaduto "è inaccettabile", mentre Washington parla di "escalation di violenza inaudita" da parte di Teheran e il presidente Donald Trump ha annunciato che gli Usa discuteranno con il governo britannico per decidere le mosse per risolvere la situazione.

"Spero per il loro bene che gli iraniani non facciano nulla di stupido, altrimenti pagheranno un prezzo che nessun altro ha mai pagato", ha tuonato il numero uno della Casa Bianca, che con l'Iran ha un conto aperto ormai da mesi, tanto da aver ordinato nelle scorse settimane un attacco contro obiettivi iraniani, annullando poi l'ordine all'ultimo momento.

Senza contare gli attriti per la ripresa da parte di Teheran dell'attività di arricchimento dell'uranio, dopo il ritiro dell'amministrazione Trump dall'accordo sul nucleare firmato dal suo predecessore Barack Obama.

(Unioneonline/l.f.)
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