La Corea del Nord questa mattina ha lanciato almeno 10 missili balistici di vario tipo nel Mar del Giappone, di cui uno è caduto vicino alle acque territoriali sudcoreane. “Un’invasione territoriale” secondo Seul, per cui “mai” dei missili erano arrivati “così vicini” al suo territorio.

In risposta, hanno fatto sapere i vertici militari sudcoreani, Seul ha lanciato “tre missili aria-superficie di precisione” nelle acque a nord del confine marittimo intercorano.

Il presidente Yoon Suk-yeol ha ordinato “un’azione rapida per far pagare al Nord le provocazioni” e invitato i militari ad essere pronti contro “ulteriori provocazioni” nel corso di una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza nazionale. “Oggi – ha sottolineato il presidente sudcoreano –la provocazione della Corea del Nord è di fatto un’invasione territoriale con un missile che ha attraversato la linea di confine settentrionale per la prima volta dalla divisione della Penisola

Le autorità sudcoreane hanno persino emesso un avviso di evacuazione e di raid aereo per l'isola di Ulleungdo, al largo della costa orientale del Paese: secondo l'agenzia di stampa Yonhap News, che ha citato funzionari della Difesa, il missile era diretto verso l'isola prima di finire in alto mare.

La provocazione di Kim sarebbe un segnale di protesta alle nuove manovre militari aeree congiunte Usa-Corea del Sud, le prime di questo tipo negli ultime cinque anni, che coinvolgono 240 aerei da guerra e che il regime di Pyongyang considera una minaccia ai suoi confini.

E proprio contro queste manovre congiunte si è scagliato Pak Jong-chon, segretario del Partito dei Lavoratori e stretto collaboratore di Kim Jong-un, che ha definito “aggressive e provocatorie” le manovre congiunte e detto che i molteplici lanci di missili sono degli “avvertimenti”.

Non finisce qui, perché Pyongyang ha anche minacciato di usare “armi nucleari” per far pagare a Washington e Seul “il prezzo più orribile della storia” se dovessero ricorrere alla forza.

(Unioneonline/L)

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