Prime crepe nel sistema di consenso costruito dal Cremlino attorno all’operazione militare in Ucraina.

La strenua resistenza che ha permesso all’esercito di Kiev di riguadagnare terreno nella regione di Kharkiv e di liberare numerosi centri occupati dalle forze di Mosca non solo è costata, come riferito dagli 007 di Kiev, l’incarico di comandante del Distretto militare occidentale della Russia a Roman Berdnikov, al comando delle recenti manovre militari, ma starebbe facendo crescere il malcontento nei confronti di Vladimir Putin

E, negli ultimi giorni, i deputati municipali di una ventina di distretti di Mosca e San Pietroburgo sono addirittura arrivati a chiedere le dimissioni del presidente, accusandolo di “ledere con le sue azioni il futuro della Russia e dei suoi cittadini".

Una cordata anti-Cremlino nei confronti della quale potrebbero essere presto presi provvedimenti, in base alle nuove leggi finalizzate a disinnescare critiche e contestazioni sull’operazione in Ucraina. 

Ma, è un dato, per la prima volta il muro di granito attorno allo Zar che avrebbe sembra presentare le prime crepe

Sulle forme di dissenso che serpeggiano in Russia è intervenuto in queste ore anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “I russi sono sensibili in merito all'operazione militare in Ucraina e quindi è comprensibile che l'opinione pubblica reagisca in modo emotivo" agli sviluppi, ha detto Peskov. Aggiungendo: “I russi, però, appoggiano il presidente e la società è solida intorno alle decisioni che prende il capo dello Stato".

Secondo indiscrezioni, il presidente sarebbe oltremodo furioso e avrebbe duramente criticato i suoi vertici militari, al punto da definirli una “manica di incapaci”.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata