L'ex premier britannico Boris Johnson ha deciso di rinunciare alla corsa per la successione della dimissionaria Liz Truss come leader della maggioranza Tory e di conseguenza primo ministro del Regno Unito.

Bo-Jo spiana così la strada a Rishi Sunak, 42 anni, rampante ex cancelliere dello Scacchiere ben visto dai mercati, proclamato nuovo leader del Partito Conservatore in maggioranza a Westminster. Più tardi, dopo le dimissioni formali di Liz Truss nelle mani di Carlo III, sarà designato automaticamente premier britannico dal re. Gradito alla City, Sunak diventa il primo capo del governo del Regno di radici etniche indiane. Penny Mordaunt, unica rivale dopo la rinuncia di BoJo, s'è ritirata in extremis.

Brexiteer pragmatico con esperienze nel mondo della finanza alla City e negli Usa e marito facoltoso della miliardaria ereditiera indiana Akshata Murty, poteva contare sull'endorsement di non meno di 150 deputati (sui 357 del gruppo Tory) pescati trasversalmente dall'ultradestra pro Brexit alle correnti più moderate. Mentre Mordaunt, prima dell'uscita di scena di Johnson, non ne disponeva che di una trentina, ben lontano da quota 100.

L’ex sindaco di Londra, che si era dimesso solo poche settimane fa sulla scia di scandali come il cosiddetto Partygate, ha sostenuto di aver raccolto più dei 100 endorsement di deputati necessari a correre ma di non essere riuscito a convincere Sunak e l'altra pretendente, Penny Mordaunt, a riunirsi dietro di lui.

Quindi ha ammesso di non potere tornare a guidare "efficacemente" l'esecutivo senza un sostegno più vasto e unitario del gruppo parlamentare di maggioranza. Eppure, ha aggiunto, “sarei stato ben piazzato" per guidare il partito a una nuova vittoria elettorale alle prossime politiche - previste a fine 2024, salvo ipotesi di voto anticipato - malgrado i sondaggi attuali disastrosi per i Tories e il distacco quantificato al momento in oltre 30 punti rispetto all'opposizione laburista di Keir Starmer. 

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata