Johnson: "L'avidità del capitalismo delle Big Pharma ci ha aiutato nella campagna vaccinale"
Il premier getta benzina sul fuoco sulle polemiche con BruxellesPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"L'avidità" propria del "capitalismo" delle aziende farmaceutiche ha fatto gioco al Regno Unito nella corsa ai vaccini anti Covid.
Lo ha detto - accendendo ancora di più le polemiche fra Bruxelles e Londra sulla ripartizione delle forniture e le esportazioni del siero prodotto dal colosso anglo svedese AstraZeneca dopo essere stato elaborato dall'università di Oxford - il premier britannico Boris Johnson, in dichiarazioni fatte ieri a porte chiuse, ma subito trapelate sui media, durante una riunione via Zoom con i compagni di partito del gruppo parlamentare Tory.
Secondo Johnson, Londra avrebbe saputo tener conto di queste caratteristiche, muovendosi per tempo e assicurandosi l'approvigionamento necessario al "successo" di una campagna vaccinale avviata prima di qualunque altro Paese occidentale, fino alle attuali oltre 30 milioni di dosi somministrate.
Downing Street ha tuttavia precisato stamane come lo stesso premier abbia in seguito ripetutamente corretto le sue parole e "ritirato" il riferimento all'avidità di Big Pharma, dopo essersi forse reso conto del potenziale infiammabile della sue (ambigue) battute nel contesto odierno. Mentre ha sostenuto che Johnson in ogni caso non abbia voluto riferirsi all'ipotetico vantaggio contrattuale strappato dal Regno rispetto all'Ue negli accordi con le aziende, bensì al fatto che lo spirito capitalistico e il desiderio di profitto siano stato d'aiuto per tutti: avendo spinto "i produttori a sviluppare più in fretta i vaccini".
(Unioneonline/F)