Dazi, prove di dialogo fra Cina e Usa: annunciata una prima intesa
Il confronto in un luogo segreto a Ginevra. Trump: «Ottimo incontro, fatti grandi progressi»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cina e Stati Uniti hanno trovato un primo accordo commerciale dopo i colloqui di Ginevra, i cui dettagli saranno resi noti nella giornata di domani. La novità arriva dopo «un ottimo incontro oggi con la Cina, in Svizzera. Molte cose discusse, molto concordato. Un reset totale negoziato in modo amichevole, ma costruttivo. Vogliamo vedere, per il bene sia della Cina che degli Stati Uniti, un'apertura della Cina alle imprese americane. Fatti grandi progressi». Lo ha scritto, su Truth, Donald Trump commentando la prima giornata di colloqui sui dazi tra Usa e Cina a Ginevra.
Oggi secondo round, e forse anche lunedì. Soddisfazione anche dalla Cina, con l'agenzia statale Xinhua che ha definito «il contatto in Svizzera un passo importante nel promuovere la risoluzione della questione», mentre il Global Times, la testata del partito comunista cinese, ha rilanciato la richiesta di una revoca dei dazi unilaterali «per dimostrare la necessaria sincerità nei colloqui». Revoca già esclusa da Donald Trump, che però alla vigilia dei negoziati ha aperto ad una riduzione delle tariffe all'80%. Resta l'ipotesi di una sospensione dei dazi per 90 giorni durante le trattative, come concesso agli altri Paesi.
Nel frattempo il tycoon ha preannunciato a breve "altri quattro o cinque accordi", dopo quello "meraviglioso" con Londra. E ha spiegato che "potrebbero esserci eccezioni", ma che «fondamentalmente ci sarà una base di riferimento di almeno il 10%, e alcune di queste tariffe saranno molto più alte - 40%, 50%, 60% - come hanno fatto con noi nel corso degli anni».
IL FACCIA A FACCIA – La delegazione americana in Svizzera è guidata dal segretario al tesoro Scott Bessent, diventato il vero «negotiator in chief». Lo accompagna il rappresentante per il commercio Usa Jamieson Greer, assente invece il falco Peter Navarro. Per il Dragone c'è il vicepremier e zar dell'economia cinese He Lifeng, vecchio amico e alleato fedelissimo di Xi. Presente pure Wang Xiaohong, il principale consigliere per la sicurezza del presidente cinese, a conferma dell'importanza che nei negoziati può giocare la lotta al fentanyl, la droga sintetica prodotta in Cina che uccide migliaia di americani e che Trump vuole fermare.
Il luogo del faccia a faccia è stato tenuto segreto, ma alcuni testimoni hanno visto entrambe le delegazioni dirigersi alla residenza dell'ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite, nel verdeggiante sobborgo di Cologny, con vista sul lago di Ginevra.
LA LINEA DEL DIALOGO – Pechino inizialmente era per il pugno duro: negoziati solo dopo la revoca dei dazi. È prevalsa la linea del dialogo, anche perché il Dragone teme di non poter reggere a lungo lo scontro con Washington, nonostante le ostentazioni di sicurezza sui fondamentali della propria economia (ad aprile resta in deflazione per il terzo mese consecutivo). Pechino inoltre è preoccupato che gli Usa spingano gli altri Paesi a firmare accordi commerciali che penalizzino il Dragone, creando un nuovo ordine commerciale mondiale senza (o con meno) Cina.
(Unioneonline/v.l.)