Sembra vicina la svolta nelle indagini sul caso della scomparsa in Messico di Raffaele (25 anni) e Antonio Russo (60) padre e figlio, e Vincenzo Cimmino (29), il nipote, di cui si sono perse le tracce dal 31 gennaio scorso a Tecalitlan, nello Stato di Jalisco.

Lo ha affermato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani.

"Dai fascicoli delle indagini condotte dalla Procura, emergono fatti chiari e trasparenti: i responsabili ora hanno dei nomi e dei cognomi e anche la vicenda è stata ricostruita perfettamente. La verità è a portata di mano", ha dichiarato l'avvocato.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, da anni il 60enne viveva in Messico, dove vendeva generatori elettrici: nello scorso mese di gennaio l'uomo è uscito dall'hotel Fuerte Real di Ciudad de Guzman e non è più tornato.

Trascorsi alcuni giorni, il figlio e il nipote hanno iniziato le ricerche, partendo dal punto indicato dal gps come il luogo in cui si trovava l'auto dell'uomo.

Durante le ricerche sono stati rapiti da alcuni poliziotti vicino a un distributore di benzina e trasportati in una località di montagna.

Lì ad attenderli sembra che ci fossero il vice capo della polizia di Jalisco, Hilario Farias Mejia, e don Angel, personaggio del posto piuttosto noto, ritenuto legato alla malavita locale e in particolare a uno dei più potenti cartelli criminali del Messico, Jalisco New Generation.

Per oggi è inoltre in programma a Roma un incontro a Montecitorio tra il presidente della Camera, Roberto Fico, e alcuni parenti degli scomparsi.

I TRE ITALIANI VENDUTI A UNA BANDA DI CRIMINALI:

(Unioneonline/F)

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