È scaduto automaticamente a mezzanotte il termine previsto dalla legge perché la Knesset formasse il nuovo governo.

Il Parlamento si è sciolto, e le elezioni si terranno il prossimo 2 marzo.

Confermata, dunque, la data che era stata indicata dai due maggiori partiti, blu-bianco e Likud.

Si tratta della terza consultazione in un anno, circostanza senza precedenti nella storia del Paese. Secondo le nuove norme la data avrebbe in realtà dovuto essere quella del 10 marzo, ma l'anticipo è stato dettato dalla concomitanza con la festa ebraica di Purim.

Nel frattempo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di dimettersi, dall'1 gennaio 2020, dagli incarichi ministeriali che detiene, oltre la premiership.

Netanyahu - oltre essere primo ministro, carica che continuerà a mantenere - è anche titolare di 3 portafogli: Sanità, Diaspora, Affari sociali.

La scelta del premier, secondo i media, è avvenuta in risposta ad un ricorso alla Corte Suprema dopo la sua recente formale incriminazione per corruzione, frode e abuso di potere in 3 inchieste giudiziarie.

(Unioneonline/v.l.)
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