Visita a sorpresa, questa mattina a Baghdad, in Iraq, per Jim Mattis, segretario alla Difesa degli Usa. L'arrivo dell'esponente dell'amministrazione di Donald Trump avviene il giorno dopo l'inizio dell'offensiva militare irachena, sostenuta dagli americani, per liberare la zona occidentale della città strategica di Mosul dalla presenza degli uomini dello Stato Islamico.

E prima di partire per la sua prima "missione" irachena da capo del Pentagono, Mattis ha incontrato i giornalisti ad Abu Dhabi e detto che gli Stati Uniti ''non hanno intenzione di prendere il petrolio di nessuno'', prendendo così le distanze dalle dichiarazioni fatte in tal senso dal suo presidente Trump.

TORTURE, IL VIDEO CHOC - Intanto, mentre è in atto l'offensiva per la riconquista di Mosul, emerge sui social network un video che ritrae uomini con la divisa dell'esercito iracheno intenti a condurre esecuzioni sommarie per le strade di Mosul. Scene di violenze, torture e pestaggi - riporta anche il quotidiano inglese Guardian - che sono state pubblicate su alcune pagine Facebook di sostegno alle forze di sicurezza di Baghdad.

ONU: "A MOSUL EMERGENZA UMANITARIA" - Sale nel frattempo l'allerta dell'Onu e delle organizzazioni non governative per la crisi umanitaria a Mosul e in Iraq in generale.

"Con l'inizio della battaglia nella parte occidentale della città, lavoriamo contro il tempo per preparare luoghi di emergenza a sud di Mosul, per ricevere le famiglie sfollate", spiega la coordinatrice umanitaria per l'Iraq dell'Onu, Lise Grande.

Dall'inizio della campagna per liberare Mosul, lanciata a ottobre 2016, oltre 217mila persone sono fuggite dalla parte orientale della città. Più di 57mila sono rientrate nei rispettivi quartieri di origine, mentre 550mila civili sono rimasti nelle proprie case durante gli scontri. "Facciamo il possibile per aiutare la gente. Quella di Mosul è un'operazione enorme".

Sul campo, anche Save the Children, secondo cui sarebbero 350mila i bambini bloccati nell'ovest della città.
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