Con il voto della Guida Suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, si sono ufficialmente aperte le urne per le elezioni presidenziali in Iran.

Sono circa 60 milioni gli elettori che potranno esprimere la loro preferenza entro la mezzanotte iraniana (le 21:30 italiane) ma non è escluso che le operazioni possano protrarsi per ulteriori due ore.

I risultati sono attesi nel pomeriggio di sabato.

In lizza tre candidati: l’ultraconservatore Ebrahim Raisi, capo dell’apparato giudiziario e grande favorito secondo i sondaggi che lo danno al 60 per cento; l’ex comandante dei pasdaran, Mohsen Rezai, anch’egli conservatore; il moderato Abdolnaser Hemmati, governatore della Banca Centrale.

I sondaggi danno l’astensione al 60%, e si astiene anche l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad: “Non andrò a votare, queste elezioni hanno già un vincitore”.

Priorità per far riprendere un’economia al collasso è raggiungere un nuovo accordo con gli americani sul nucleare allo scopo di liberare il Paese dalle sanzioni.

Da quando nel 2018 l'allora presidente Usa Donald Trump è uscito dall'accordo sul nucleare di tre anni prima, reimponendo pesanti sanzioni all'Iran, la moneta nazionale, il rial, è crollata rispetto al

dollaro e l'inflazione interna ha cominciato a galoppare. I prezzi dei generi alimentari di base rincarano quasi ogni settimana.

(Unioneonline/L)

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