Uno dei passeggeri dispersi a bordo dell'Euroferry Olympia della Grimaldi, il traghetto andato a fuoco nelle acque davanti a Corfù venerdì notte, tra l'Italia e la Grecia, è stato trovato vivo.

Il superstite è stato avvistato a poppa della nave, che era partita giovedì sera da Igoumenitsa ed era diretta a Brindisi, ed è stato soccorso. Sono dunque ora 11 le persone (tra loro nessun italiano) che erano tra le 290 censite nelle liste di imbarco ma che non sono tra quelle salvate dal rogo della nave.

Si continua a operare in mare aperto attorno al relitto per cercare altri sopravvissuti: la pancia della nave è ancora incandescente, le temperature hanno raggiunto i 600 gradi, il che oltre a complicare le operazioni di spegnimento, alimenta l'angoscia sui dispersi. Non si può escludere che qualcuno sia intrappolato all'interno, ma è ancora impossibile fare ingresso nelle stive per le verifiche, gli accertamenti tecnici e la conta dei danni.

I superstiti, inclusi gli italiani (43 del personale di bordo e 21 passeggeri), sono ancora tutti a Corfù dove sono stati portati ieri dai soccorritori.

ALLARME INQUINAMENTO – L'allerta nella zona dell'incidente resta alta: il traghetto della Grimaldi Lines è circondato dai rimorchiatori ma resta alla deriva e si teme che possa affondare. Nei serbatoi della Olympia risultano esserci almeno 800 metri cubi di carburante e 23 tonnellate di merci pericolose. Nell'area dell'incidente è già arrivata la nave Diciotti della Guardia Costiera, dotata di dispositivi anti inquinamento, che ha a bordo un team di esperti composto da un tecnico dell'Ispra e due ufficiali del reparto ambientale marino.

“Al momento lo scafo non dà evidenza di fratture che possano far pensare a uno sversamento", ha assicurato il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, parlando a Radio 24: "La priorità va data alla ricerca dei dispersi. L'incendio sta per essere domato, quindi prima arriva in rada la nave, prima si mette tutto in sicurezza".

LE INDAGINI – Quanto alle indagini sul rogo, l'ipotesi è che le fiamme siano partite dalla stiva, nel garage 3, forse da un mezzo parcheggiato. Se ne occupa la magistratura ellenica che ipotizza al momento i reati di naufragio e attentato alla sicurezza dei trasporti e che ha delegato accertamenti all'Autorità portuale centrale a cui ha chiesto di individuare l'innesco delle fiamme, non appena sarà possibile.

Saranno ascoltati i sopravvissuti e i testimoni, alcuni pescatori che si trovavano nelle vicinanze e che potrebbero aver visto qualcosa di rilevante. Anche il comandante e due membri dell'equipaggio sono stati a lungo ascoltati dall'autorità giudiziaria. 

(Unioneonline/D)

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