Incendio nel Covid hospital, è strage: più di 80 morti e cento feriti
A causare la tragedia una violazione delle norme di sicurezza nel deposito delle bombole d’ossigeno
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Tragedia in un Covid hospital a Baghdad, in Iraq.
Un incendio è scoppiato in un’unità di terapia intensiva, il bilancio è drammatico: almeno 82 morti e 110 feriti.
A causare l’esplosione una “violazione della sicurezza nel deposito delle bombole d’ossigeno”, hanno precisato fonti mediche.
Video pubblicati sui social media mostrano i vigili del fuoco che tentavano di spegnere le fiamme all'interno dell'ospedale Ibn al-Khatib nel mezzo di una folla di pazienti e parenti che cercavano di fuggire dall'edificio.
"L'ospedale non disponeva di un impianto antincendio e i controsoffitti hanno permesso all'incendio di propagarsi a prodotti altamente infiammabili", indica da parte sua la Protezione civile irachena.
Con i suoi 39 milioni di abitanti, l'Iraq è il paese arabo più colpito dalla pandemia di Covid-19: ha registrato finora oltre 15 mila morti su più di un milione di casi di contagio.
Il primo ministro iracheno Mustafa al-Kazimi ha intanto annunciato di aver sospeso dalle sue funzioni il ministro della Salute Hassan al-Tamimi, che sarà interrogato.
Verranno ascoltati anche il governatore di Baghdad, Mohammed Jaber, che aveva chiesto "al ministero della Salute una commissione d'inchiesta" sulla tragedia, così come il capo della Sanità per Baghdad orientale. "I risultati di questa indagine saranno presentati al governo entro cinque giorni", secondo una dichiarazione dell'ufficio di Kazimi.
Intanto migliaia di persone si sono riversate nelle ultime ore in strada a Baghdad e nelle altre città dell'Iraq centro meridionale. Le proteste si sono verificate nei centri già toccati da due anni da periodiche manifestazioni popolari anti-governative contro il carovita, la corruzione e il clientelismo della classe politica. I manifestanti chiedono a gran voce le dimissioni del ministro e di tutto il governo.
(Unioneonline/L)