«Ilaria espia la colpa di chi se la va a cercare: sono quelli che, anche se personalmente hanno tutto da perdere, non esitano ad assumere iniziative che ritengono doverose e irrinunciabili sulla base unicamente delle proprie convinzioni ideologiche».

Così in una lettera a Repubblica Roberto Salis, padre di Ilaria, rispondendo a un intervento di solidarietà di Furio Colombo. «Ilaria ha ragione - aggiunge - non si può stare a guardare questi tentativi di riesumazione dell'ideologia nazista o fascista, bisogna darsi da fare perché l'Unione europea renda intollerabili nel suo territorio queste manifestazioni. Ilaria è fatta così».

Secondo Salis, la figlia sarebbe stata condotta in ceppi e catene davanti a un giudice «un totale di 9 volte. Purtroppo, a parte il 29 gennaio e il 28 marzo, non c'erano le telecamere a documentare le violazioni dei diritti umani». «Siamo di fronte a un Paese illiberale in cui Orbán cerca di ritornare al tempo della legge del taglione - prosegue - Quanti credono di poter evitare di prendere posizione nella questione di Ilaria, sostenendo che non è soggetta alla legge italiana, non sono veri patrioti. Io e mia moglie ci riteniamo genitori privilegiati. Abbiamo generato una creatura molto migliore di noi, verso la quale ci sentiamo in debito per ciò che concerne gli insegnamenti ideali. Fintanto che lei, io, mia moglie e tutti quelli che sostengono i valori per cui Ilaria lotta continuiamo nel nostro sforzo, il progresso avanzerà mentre le tenebre e i suoi artefici saranno destinati a una ineluttabile sconfitta».

(Unioneonline/v.l.)

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