Durante il periodo del Ramadan, i musulmani non dovrebbero lavorare a causa dei potenziali rischi per la sicurezza del resto della società.

Lo ha affermato il ministro per l'Immigrazione danese, Inger Stojberg, nota per le sue posizioni dure nei confronti dei migranti.

Secondo l'esponente dell'esecutivo conservatore di Copenhagen, il digiuno a cui si sottopongono i fedeli durante la giornata - tra i cinque pilastri dell'Islam - rende questa pratica pericolosa perché chi lo pratica può essere indebolito o avere minore prontezza nei riflessi.

Immediate le proteste dell'Unione dei musulmani danesi, secondo cui lavorare durante il mese di digiuno non rappresenterebbe un pericolo, neppure per chi svolge mansioni delicate, come guidare gli autobus di linea o assistere i malati negli ospedali.

"I musulmani adulti sono perfettamente in grado di prendersi cura di se stessi e della società, anche durante il digiuno", ha fatto sapere ancora la comunità musulmana.

Il digiuno, che ha una durata di 29 o 30 giorni in base all'osservazione della luna crescente, cade ogni anno nel nono mese islamico.

(Unioneonline/F)

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