Sono state accettate dal Parlamento in seduta plenaria le dimissioni del presidente peruviano ad interim Manuel Merino de Lama. Il dibattito non è stato particolarmente lungo: 120 i voti a favore (130 quelli a disposizione), uno contrario e nessuna astensione.

Merino, in una dichiarazione letta in aula da Luis Valdez, presidente del Parlamento, aveva annunciato le sue "dimissioni irrevocabili".

Solo una settimana dopo la destituzione del presidente in carica, Martin Vizcarra, accusato di corruzione, il Perù ha vissuto ieri un'altra giornata cruciale cominciata con le manifestazioni nel corso delle quali sono rimasti uccisi due dimostranti. Merino, nel suo discorso alla nazione, aveva detto: "Tutto il Perù è in lutto, nulla giustifica che una legittima difesa debba provocare la morte dei peruviani. Quanto accaduto deve essere investigato profondamente dalle istanze competenti per determinare ogni responsabilità".

A scatenare le proteste di piazza era stato il modo con cui il Congresso aveva destituito Vizcarra, usando in modo discutibile un articolo della Costituzione e avviando così una fase di forte instabilità. Merino aveva quindi assunto la presidenza appoggiato da otto dei nove partiti del Parlamento. Gli stessi che poi l'hanno abbandonato.

In serata il Congresso (Parlamento unicamerale) ha approvato la lista dei suoi nuovi vertici (presidente e tre vicepresidenti), guidata dal parlamentare Francisco Sagasti del Partito Morado (viola), il quale diventerà automaticamente il prossimo presidente della repubblica.

(Unioneonline/s.s.)
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