Sempre più brutale la repressione del regime degli ayatollah.

Le forze di sicurezza iraniane sparano da distanza ravvicinata alle donne durante le manifestazioni: le colpiscono al volto, agli occhi, al seno e ai genitali.

Lo riferiscono al Guardian medici e operatori sanitari del Paese.

I dottori, che trattano i feriti in segreto per evitare l’arresto, hanno detto di aver notato che le donne arrivano con ferite diverse rispetto agli uomini, che vengono invece colpiti da pallini di fucile su gambe, natiche e schiena. Sono «traumatizzati» dalle immagini che vedono tutti i giorni.

Le proteste continuano e si intensificano, anche nel giorno della prima impiccagione di un manifestante, il 23enne  Mohsen Shekari condannato a morte per “inimicizia contro Dio”.

(Unioneonline/L)

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