Prima condanna a morte, in Iran, dopo le manifestazioni di protesta scatenatesi in diverse città della Repubblica islamica dopo l’assassinio di Mahsa Amini, morta mentre era in mano alla “polizia morale” che l’aveva arrestata e poi brutalmente picchiata perché non indossava correttamente il velo.

Mohsen Shekari il nome del condannato, che è stato impiccato dopo essere stato processato per il reato di “inimicizia contro Dio”. Aveva 23 anni.

Shekar era stato arrestato durante le proteste nella capitale Teheran, nel corso delle quali avrebbe bloccato una strada e ferito con un coltello un agente delle forze paramilitari Basij.

Il processo si è tenuto lo scorso 10 novembre e l'imputato, viene riferito dalle autorità locali, ha confessato le sue responsabilità.

Dopo la conferma dell’avvenuta esecuzione, Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di Iran Human Rights con sede in Norvegia, ha twittato che le esecuzioni dei manifestanti inizieranno a verificarsi quotidianamente a meno che le autorità iraniane non siano messe di fronte a «rapide conseguenze pratiche a livello internazionale».

(Unioneonline/l.f.)

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