Guerra in Libia, Salvini: "Napolitano va processato". La furia di Pd e FI
Con l'invio delle navi italiane al largo di Tripoli torna d'attualità la questione libica, e in particolare quanto avvenuto nel 2011, quando fu defenestrato e ucciso Gheddafi ad opera della Francia di Sarkozy e dagli Usa di Obama, con l'aiuto dell'Italia governata da Silvio Berlusconi.
L'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, più volte chiamato in causa da destra e Movimento 5 Stelle come vero e unico responsabile dell'intervento italiano in Libia, in un'intervista ricorda che la scelta di bombardare Gheddafi fu dell'Onu, e che l'intervento italiano fu deciso dal governo Berlusconi e dal Parlamento a guida centrodestra che approvò due risoluzioni a schiacciante maggioranza alla Camera e al Senato, con l'appoggio del centrosinistra.
Frase che ha fatto andare su tutte le furie il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che in mattinata ha scritto su Twitter: "Napolitano non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, dovrebbe essere processato".
Immediate le reazioni al tweet dell'eurodeputato.
"C'è un momento in cui l'essere il campione degli antisistema diventa sabotaggio nei confronti dell'Italia. La dichiarazione sul presidente Napolitano dice che questo limite è stato superato", è la dichiarazione del senatore dem Luigi Zanda. Gli fa eco Anna Finocchiaro, che parla di "parole vergognose".
E anche Cicchitto, che ai tempi era alleato con la Lega di Umberto Bossi, è sdegnato dalle parole del leader leghista: "Alla luce di quello che minaccia Salvini sul presidente Napolitano, mi auguro che un tipo del genere non arrivi mai al governo perché è evidente che sarebbe a rischio la libertà di chiunque ha una posizione diversa dalla sua. Francamente non so come Forza Italia possa realizzare un'alleanza per il governo nazionale con lui".
(Redazione Online/L)