Nuovi sviluppi nella crisi politica in Venezuela.

Il leader dell'opposizione Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim in contrapposizione a Nicolas Maduro, dopo avere indetto nuove proteste per mercoledì e sabato, ha annunciato che comincerà a prendere il controllo dei beni del Paese sudamericano all'estero.

"D'ora in poi, inizieremo la graduale e ordinata acquisizione dei beni della nostra Repubblica all'estero, per evitare che l'usurpatore e la sua banda cerchino di 'raschiare il fondo del barile'", ha spiegato in una nota pubblicata su Twitter il leader dell'Assemblea nazionale.

Domenica, il partito di Guaidò aveva mostrato una lettera inviata alla Bank of England in cui il presidente ad interim chiedeva di bloccare l’accesso alle riserve auree venezuelane (1.3 miliardi di dollari) a Maduro.

Intanto gli Stati Uniti - che appoggiano Guaidò e chiedono nuove elezioni - hanno imposto sanzioni alla società petrolifera di Stato Pdvsa e ha invitato l'esercito ad accettare un trasferimento pacifico del potere al leader dell'opposizione.

Immediata la replica di Maduro, che ha promesso di agire contro gli Usa: "Ho dato istruzioni specifiche al capo della Pdvsa per avviare azioni politiche e legali, nei tribunali statunitensi e internazionali, per difendere la proprietà e il patrimonio di Citgo", società controllata dalla utility.

"Con questa mossa, stanno cercando di rubare Citgo al popolo venezuelano: stai attento, Venezuela!", ha aggiunto.

Dall'inizio dei disordini in Venezuela, cominciati una settimana fa, dopo che Guaidò si è autoproclamato presidente, 35 persone sono morte e 850 sono state arrestate nelle proteste anti Maduro.

(Unioneonline/F)
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