Carlos Ghosn, ex presidente e amministratore delegato del gruppo Nissan-Renault, che si trovava ai domiciliari a Tokyo in attesa di processo per frode industriale e fiscale, è arrivato a Beirut, in Libano.

Non è chiaro se Ghosn abbia viaggiato in violazione di un ordine di arresti domiciliari in Giappone o se sia stato raggiunto un accordo per la sua liberazione. Lo riporta France 24 .

Ghosn sarebbe atterrato all'aeroporto di Beirut con un jet privato proveniente dalla Turchia, secondo quanto riferito dai media libanesi.

Ma alcune notizie parlavano addirittura di una clamorosa fuga, con Ghosn scampato ai controlli nascosto in una custodia per strumenti musicali e imbarcato su un aereo privato.

A rivelare quest'ultima informazione è Mtv, che parla di un'operazione portata a termine da un non meglio precisato "Para-Military Group", entrato nell'abitazione del manager fingendosi band musicale chiamata a tenere un concerto di Natale in casa. Al termine della presunta festa, il gruppo sarebbe uscito trasportando i propri strumenti e nascondendo dentro una delle casse proprio l'ex ceo Nissan.

Secondo la stessa fonte, inoltre, Ghosn sarebbe entrato in Libano con un passaporto francese. L'ex manager, di nazionalità francese, libanese e brasiliana, aveva tuttavia consegnato i suoi tre passaporti agli avvocati giapponesi come garanzia per la libertà vigilata (oltre a una cauzione di circa 12 milioni di euro versata alla giustizia giapponese).

"Carlos Ghosn è entrato in Libano legalmente e contro di lui non c'è alcuna misura né alcun procedimento giudiziario", ha poi chiarito la direzione della Sicurezza generale del Libano in un comunicato, citato dal quotidiano libanese L'Orient-Le Jour.

(Unioneonline/v.l.)
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