Sono in peggioramento i dati sul coronavirus nella Corea del Nord dove si registrano altri 21 morti e 147.400 ulteriori persone sono affette da uno “stato febbrile”. Ieri mattina il leader Kim Jong-un ha presieduto una riunione del Politburo in cui si è parlato del primo focolaio in oltre due anni di pandemia.

Principalmente sono state discusse le modalità per la rapida fornitura e la distribuzione di materiale medico destinato ad affrontare l'emergenza per "ridurre al minimo le perdite di vite umane".

Nel Paese il sistema sanitario è quasi inesistente, considerato tra i peggiori al mondo. Senza vaccini contro il Covid, farmaci antivirali o capacità di test di massa, ci saranno gravi difficoltà nella gestione di un'epidemia di massa.

“È bene imparare dai successi antiepidemici e dall'esperienza già acquisita dalla Cina e dal popolo cinese nella lotta al virus maligno” è una delle conclusioni riferite dall’agenzia ufficiale.

Pyongyang ha rifiutato per ora le offerte di vaccini anti-Covid da Cina, Russia e dal programma Covax dell'Organizzazione mondiale della sanità. Ma il leader, nel frattempo, ha espresso "fiducia" sul fatto che la crisi pandemica possa essere superata presto, sottolineando che non è "incontrollabile" poiché è limitata e circoscritta all'interno di alcune regioni che sono già state messe in lockdown totale, senza fornire ulteriori dettagli.

(Unioneonline/s.s.)

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