Una tassa sul porno online per finanziare il muro col Messico.

Continua a far discutere negli Stati Uniti la proposta di Gail Griffin, deputata del partito repubblicano.

Che in pieno shutdown (che a fatica si è concluso solo ieri) ha suggerito di risolvere uno dei punti più controversi della campagna elettorale di Trump (come pagare questo famigerato muro col Messico?) proprio così, facendo pagare una piccola quota a chi dal proprio dispositivo si collega a un sito a luci rosse.

Neanche tanto piccola, in effetti: venti dollari.

Un'idea originale, quantomeno, soprattutto considerando che arriva da una donna di 84 anni, ex agente immobiliare e appassionata di finanza creativa.

"Basterebbe il contributo di 285 milioni di persone", ha spiegato al Quartz Heather Timmons.

E la Griffin ha pensato proprio a tutto, nel suo "Porn Tax Bill": ogni volta che qualcuno si collega a un sito porno spunta un porn blocker, aggirabile pagando i 20 dollari. Chi prova a superare il blocco senza elargire denaro rischia il carcere da sei mesi a un anno più tre anni sotto osservazione e 2.500 dollari di multa.

La somma finirebbe nelle casse del John McCain Human Trafficking and Child Exploitation Prevention Fund, un fondo per la prevenzione del traffico di umani e dello sfruttamento dei minori che si occuperà di costruire il muro lungo il confine tra Arizona e Messico.

(Unioneonline/D)
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