All’indomani delle elezioni – per la Duma e per altri livelli locali e regionali – Russia Unita sbaraglia gli avversari e si porta a casa 125 seggi al listone federale, proporzionale, e 199 nei collegi uninominali. In totale 324.

Ma, anche se Vladimir Putin, con l'ennesimo successo, canta vittoria, il Partito comunista insorge. “È tutto falso”, è l’accusa di Alexei Navalny. “Non riconosciamo il voto nella capitale”, dice il partito.

Il Pc russo, a livello federale, è andato meglio del 2016 aggiudicandosi 15 seggi in più, salendo a 57. Il leader Gennady Zyuganov, furente, invita tutti i sostenitori del partito "a difendere i risultati delle elezioni come i cadetti di Podolsk hanno difeso Mosca" nella II guerra mondiale. Per ora quindi lancia l'idea delle adunate di piazza, chiedendo le autorizzazioni per sabato 25 e domenica 3 ottobre. Subito negate. "C'è il Covid", è la risposta del dipartimento della sicurezza di Mosca (in un Paese dove non ci sono alcune restrizioni). Andrà allo scontro con il Cremlino, optando per manifestazioni non autorizzate come fece a suo tempo Navalny?

Ma a tenere banco c’è un’altra realtà, l'affermazione della neonata sigla “Gente Nuova”, che tra listone e collegi si aggiudica (stando alle proiezioni) 13 seggi. Partito di recente costituzione, è rivolto all’elettorato di centrodestra, è capeggiato dall'imprenditore Alexei Nechaev, noto come fondatore dell'azienda di cosmetici Faberlic, in tandem con l'ex sindaco di Yakutsk, Sardana Avksentieva, molto popolare nello sconfinato est del Paese.

(Unioneonline/s.s.)

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