Veleggia verso la riconferma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Una vittoria per "il sultano" sia alle presidenziali sia alle legislative.

Un voto storico per il Paese perché, dopo la riforma costituzionale dell'anno scorso, chi vince diventa ora "super-presidente" con in mano l'esecutivo e un Parlamento molto dimensionato.

A scrutinio quasi completo Erdogan ha superato il 51% dei voti richiesti per evitare il ballottaggio, mentre il suo principale rivale, il socialdemocratico Muharrem Ince, sfiora il 30%.

Un risultato, per il presidente, di molto inferiore rispetto alle prime stime che lo davano vincente con oltre il 60%: in effetti i primi voti arrivavano dalle province del Mar Nero e dell'Annatolia, i feudi governativi.

Per quanto riguarda le legislative, anche in Parlamento la coalizione Akp del "sultano" dovrebbe riottenere la maggioranza assolouta.

"Ho vinto e con me ha vinto il popolo e la democrazia", le prime parole del leader dopo il voto.

Il suo avversario Ince, invece, parla di "dati manipolati" e l'opposizione avanza il sospetto di brogli.

Non le sole critiche che bersagliano il numero uno di Ankara, 64 anni, da sempre accusato di aver portato il Paese a una deriva autocratica, in particolare dopo il tentativo di golpe nel luglio 2016, seguito da purghe di massa con cui sono stati colpiti gli avversari politici e i giornalisti.

Anche oggi ai seggi si sono verificati arresti: la polizia ha trattenuto uno decina di persone, 4 delle quali sarebbero cittadini italiani, accusati di aver fatto "attività" impropria nelle sedi di voto.

(Unioneonline/M-l.f.)

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