Lo chiamano "il vescovo volante", perché scende dall'alto dei cieli con il suo aereo ultraleggero anfibio nelle acque del Pacifico per portare la parola di Dio ai fedeli delle tribù delle Isole Salomon.

Si chiama Luciano Capelli, ha 70 anni, ed è in missione nell'arcipelago oceanico formato da tante isolette.

"Sono costretto a fare il vescovo volante - spiega lui - perché qui il problema principale è l'isolamento, che si può risolvere solo con una presenza costante che può essere garantita se c'è un mezzo che ti porta. Solo così posso visitare tutte le mie stazioni missionarie almeno 4 o 5 volte all'anno".

Questo gli consente di stare vicino ai bisognosi e di gestire da vicino scuole, ospedali e comunità che altrimenti sarebbero costretti all'isolamento.

Il suo lavoro lo fa con grande soddisfazione, "perché mi aiuta a riempire il vuoto tra me e la gente".

La barca? "Costosissima, pericolosissima e lenta negli spostamenti", tagli corto il monsignore.

Luciano Capelli, originario della provincia di Sondrio, ha preso confidenza con il nuovo mezzo, un Savannah con tanto di stemma episcopale acquistato dalla Cei con i fondi del terzo mondo, volando nei cieli cremonesi.

La licenza di volo l'ha presa nel 2011, è un regalo dell'Aero club di Caiolo, in Valtellina.
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