"Mamma ti voglio bene. Dite ai miei figli che li amo... sto morendo".

Sono state queste le ultime parole di George Floyd, il 46enne afroamericano morto nel maggio del 2020 a Minneapolis, Stati Uniti, durante un fermo di polizia. Un fermo durante il quale uno degli agenti - Derek Chauvin - gli ha tenuto il ginocchio sul collo per 9 minuti, fino a farlo morire.

Le parole di Floyd sono state riprese da un video girato dalla bodycam di uno dei colleghi di Chauvin, assieme all'ormai tristemente celebre "I can't breath" (Non posso respirare), diventato uno degli slogan del movimento di protesta Black Lives Matter nato dopo la morte del 46enne per chiedere alle autorità Usa di mettere un freno alla mano pesante della polizia, soprattutto nei confronti degi afroamericani.

Le immagini-choc sono state mostrate in aula al processo contro Chauvin e i colleghi. E quelle stesse immagini immortalano anche la risposta dell'imputato principale di fronte alle suppliche di Floyd: "Smettila di parlare, basta strillare, serve un sacco di ossigeno per parlare...".

Non solo: il video mostra anche come il 46enne afroamericano non costituisse alcuna minaccia, fin da quando gli agenti lo avevano intercettato nella sua auto per un controllo, puntandogli una pistola contro e spaventandolo.

"Non sparatemi, vi prego...", dice subito Floyd, che una volta ammanettato si rifiuta, in preda a un attacco di panico, di entrare nell'auto della polizia affermando di soffrire di claustrofobia. In quel momento viene messo a terra e immobilizzato, con il ginocchio di Chauvin sul collo. L'inizio dei 9 minuti di agonia che hanno poi portato alla sua atroce fine.

(Unioneonline/l.f.)
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