Erano migliaia le persone scese in piazza oggi a Bratislava, capitale della Slovacchia, per protestare contro l'aborto. In particolare i manifestanti chiedono al governo e al Parlamento di valutare nuove restrizioni alla possibilità di interrompere la gravidanza.

Attualmente il limite è quello della 12esima settimana, e si può arrivare alla 24esima per l'aborto terapeutico. La legge in vigore è relativamente liberale per la parte orientale dell'Europa, per esempio in confronto alla Polonia dove l'interruzione di gravidanza è consentita solo in caso di stupro.

Il numero di aborti in Slovacchia (Paese con 5,4 milioni di abitanti) in un decennio si è quasi dimezzato, da 11.000 l'anno a 6.000 nel 2018. Eppure cattolici, conservatori ed estrema destra chiedono di cambiare la legge, per restringere la possibilità di ricorrere all'aborto solo nelle prime sei settimane. E qualcuno azzarda anche l'abolizione della pratica.

"Un essere umano è un essere umano indipendentemente da quanto sia grande" e "Chi uccide un bimbo non nato uccide il futuro della nazione" sono alcuni degli slogan usati dai manifestanti oggi.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata