Nuovo interrogatorio questa mattina per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nell'ambito dello scandalo Bezeq, dal nome del gigante della compagnia di comunicazioni (e proprietario del sito Walla) che lo staff del premier israeliano avrebbe favorito in cambio di articoli positivi.

Gli agenti hanno interrogato separatamente anche la moglie Sara, mentre il figlio Yair è stato convocato per una dichiarazione, riferiscono fonti della polizia.

LO SCANDALO - L'intera faccenda, ribattezzata "Caso 4.000", ruota attorno a un presunto accordo con Saul Elovitch, azionista di controllo della Bezeq e a capo dela testata Walla.

L'entourage di Netanyahu avrebbe intessuto con Elovitch relazioni illecite, tra il 2015 e il 2017, offrendo vantaggi amministrativi, del valore di milioni di dollari, in cambio di un'informazione compiacente nei confronti dell'amministrazione del premier.

Il primo ministro, che fra novembre 2014 e febbraio 2017 ha retto anche il dicastero delle Comunicazioni, nega ogni coinvolgimento e si dice vittima di una "caccia alle streghe" (altre tre le inchieste - sempre casi di corruzione - in cui è invischiato).

Intanto, l'ex consigliere per i media di Netanyahu, Nir Hefetz, e l'ex direttore generale del ministero delle Comunicazioni, Shlomo Fiber, hanno accettato di collaborare come testimoni.

(Unioneonline/D)

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