Cheops, il cacciatore di mondi alieni, è pronto a entrare in azione: dopo aver superato brillantemente i tre mesi di test in orbita, il satellite dell'Agenzia spaziale europea (Esa) comincia la sua missione scientifica volta a misurare in modo ultra preciso le dimensioni dei pianeti esterni al Sistema solare mentre transitano davanti alla loro stella madre.

Una sfida scientifica e tecnologica ambiziosa, a cui l'Italia dà il suo contributo con l'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l'Università di Padova e l'Agenzia spaziale italiana (Asi).

Lanciato lo scorso 18 dicembre dalla base di Kourou, in Guaiana francese, il satellite Cheops (CHaracterizing ExoPlanets Satellite) è stato messo in funzione a fine gennaio, con il suo telescopio hi-tech da 30 centimetri di diametro realizzato in Italia. Da allora ha iniziato a raccogliere immagini di stelle, volutamente sfuocate, per avere un maggior numero di elementi sensibili (pixel) su cui far arrivare la luce stellare, e quindi poterne misurare l'intensità con altissima precisione.

Proprio l'accuratezza è l'elemento chiave per calcolare il raggio dei pianeti, specialmente piccoli (di dimensioni pari o inferiori a Nettuno).

"Nelle ultime settimane - spiega Giampaolo Piotto, professore di astronomia dell'Università di Padova - Cheops ha osservato alcune stelle che sapevamo ospitare pianeti e visto i pianeti transitare di fronte a loro". La misura del piccolo calo di luminosità dovuto al passaggio del pianeta (nella maggior parte dei casi molto inferiore all'1%) permette agli astronomi di calcolare il raggio del pianeta: combinando il dato con misurazioni indipendenti della massa, diventa così possibile ricavare la densità del pianeta.

I primi dati tanto attesi, precisa Piotto, dovrebbero arrivare a partire dal 18 aprile. L'alta automazione di tutte le procedure ha fatto sì che l'emergenza coronavirus non abbia avuto alcun impatto sulla gestione del satellite e si prevede sarà così anche nel prossimo futuro.

(Unioneonline/v.l.)
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